Al termine della riunione odierna il Consiglio dei Ministri ha diffuso una nota nella quale annuncia di aver approvato, su proposta del ministro della Giustizia, un disegno di legge di modifica della legge 27 gennaio 2012, n. 3, in materia di sovraindebitamento.
L’obiettivo di tale provvedimento, la cui necessità sorge dalla crisi economica che ha investito il Paese, è quello di porre rimedio alle difficoltà del debitore che ha contratto obbligazioni per scopi estranei alla propria attività, allargando l’opportunità di beneficiare del fallimento civile anche ai soggetti esclusi dalla legge fallimentare, cioè famiglie, piccole e medie imprese e microimprese. Il fine ultimo è quello di stimolare, in tal modo, la spesa per beni di consumo e investimenti da parte delle Pmi.
Questo nuovo strumento per la gestione del conflitto è, peraltro, in linea con le legislazioni degli Stati membri dell’Eurozona, che sono già dotati di procedimenti di questo tipo.
Nella nota vengono sintetizzate le principali novità contenute nel Ddl: decade l’obbligatorietà dell’accordo tra debitore e creditori, e anche i creditori che non aderiscono all’accordo possono essere, in tribunale, assoggettati agli effetti della procedura, così come i creditori privilegiati.
Inoltre viene ridotta dal 70% al 60% dei crediti la soglia prevista per il raggiungimento dell’accordo tra debitore non consumatore e creditori e si introduce una nuova procedura che rende necessaria la presentazione, da parte del consumatore debitore, di un piano elaborato con la collaborazione di un apposito organismo di composizione della crisi, che valuti e garantisca sulla fattibilità del piano di ristrutturazione.
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