Molti nostri associati ci riferiscono le difficoltà che incontrano nel trovare banche e finanziarie disposte a concedere loro un prestito contro la cessione del quinto.
Le risposte sono molteplici:
il prestito con la trattenuta in busta in prima o seconda trattenuta deve per Legge essere sempre ASSICURATO. Le assicurazioni che “coprono” il rischio del lavoro hanno da tempo ristretto moltissimo i criteri assuntivi: sono esclusi ad esempio i dipendenti dell’edilizia, i dipendenti delle fondazioni e onlus ed in genere di sindacati ed associazioni, i dipendenti delle piccole aziende ( quelle con meno di 16 dipendenti e 50.000,00 di capitale sociale) i dipendenti di aziende con poca storia ( meno di 5 anni). Anche i dipendenti delle società con bilanci non proprio attivi, vengono esclusi.
A questo si aggiunga il fatto che con le nuove indicazioni di Banca d’Italia sul “credito consapevole” che noi riteniamo in linea di massima giuste, stabiliscono che di fatto la cessione o la delega non potrebbero essere concesse in una situazione di sovraindebitamento ( dove cioè non rimangono almeno 500,00 per vivere). Teniamo conto che il cliente che si indirizza verso la trattenuta in busta ha già sfruttato le formule meno garantite come lo scoperto di cassa ed il prestito personal, quindi è sovraindebitato.
Con tutte queste esclusioni non c’è dubbio che le famiglie a reddito fisso dovranno sempre di più passare da un economia del credito ad una basata sul reddito, spalmando i vecchi debiti nel lungo periodo ed utilizzando per il quotidiano solo le risorse effettivamente guadagnate.
La Mutua del Lavoro e delle Famiglie è comunque sempre vigile al fine di trovare soluzioni e ricercare vie di uscita da questa pericolosa posizione di stallo del credito.
Lucio Molinari
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