Siamo un Paese strano, molto strano. Per quarant’anni il gioco è stato demonizzato perchè motore di arricchimento della criminalità organizzata e motivo di povertà delle famiglie soprattutto quelle più povere ed inclini a tentare la fortuna. Qualche lotteria, il totocalcio, 3 casinò. Chiusura totale su tutto il resto.
Poi inversione di tendenza; non apertura di case da gioco Statali controllate e ubicate in luoghi a forte carattere turistico ( come ovunque), cosa che avrebbe favorito oltre che il turismo anche l’occupazione ed i bilanci dei territori interessati. No.
Apertura invece selvaggia di mille piccoli casinò sotto casa, senza un minimo di controllo, a portata di mano di chiunque. Una bolgia di macchinette mangiasoldi controllate dal malaffare presenti in tintoria, in macelleria. Non mi stupirei di vedere una bella slot in parrocchia ( ovviamente il parroco direbbe che c’è da rifare la canonica). Senza menzionare Bingo, grattatutto,enalotti, superenalotti.
Siamo nettamente contrari a questa politica. Non certo per perbenismo: il gioco sempre c’è stato e sempre ci sarà! Ma deve essere inserito in un contesto di regole e controlli; deve essere non solo fine a se stesso ma veicolo turistico e occupazionale; deve infine non essere troppo accessibile perchè strumento pericoloso in chi non ha controllo e mette in quella macchinetta anche le risorse vitali della famiglia.
Ancora una volta lo Stato e la politica hanno fatto Male molto Male.
Lucio Molinari
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