Che la situazione fosse in questi termini noi lo diciamo da tempo, tanto tempo. Già nel 2007 avevamo intravisto un simile trend.
Pensiamo che pariodi di minor crescita, stagnazione o recessione siano endemici in un’economia di mercato per di più globale dove la crescita di qualcuno significa contrazione per qualcun altro.
Però oggi ci sentiamo frustrati, incapaci di governare questo processo, incapaci di programmare una politica economica in grado di contrastare il fenomeno. Il cittadino così abbandonato dallo Stato, si consegna alla rassegnazione, alla depressione alla rinuncia. E’ il momento invece di reagire e prendere decisioni, stabilire condotte nuove e virtuose, programmare politiche economiche a lungo termine.
Quello che tentiamo di fare è stabilire un contatto con gli utenti depressi e rinunciatari. Lavorare per dare nuove dimensioni all’esistenza che non può essere fatta meramente di cose possedute, di un tenore di vita definito alto se sostenuto da una forte capacità di spesa. Oggi dobbiamo ragionare pensando di vivere e o sopravvivere con quello che si ha, con quello che che ci si può permettere nulla di più. Tagliare ogni forma di spreco, non rinunciare ai servizi essenziali ( che lo Stato deve fornire a tutti) quali sanità, istruzione, alimentazione ma contenere quello del quale in realtà non abbiamo bisogno. Smetterla di fare debiti per vivere e tornare a produrre ad ingegnarsi a guadagnare a fare Pil.
Qui lo Stato dovrebbe fare la sua parte: non sprecare, favorire e proteggere la piccola e media impresa, contenere la spesa pubblica per tassare meno chi intende contribuire a dare una spinta a questo Paese. Non ci sono altre ricette per contrastare questa situazione se non invertire e subito la rotta.
Mutua del Lavoro e delle Famiglie in prima linea per favorire il passaggio dall’economia del debito a quella del reddito.
Mutua del Lavoro e delle Famiglie sempre avanti
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